martedì 2 dicembre 2008

Sempre più ridicoli

Il caso Villari, sapientamente gestito dall'uomo per tutte le stagioni berlusconiane, Massimo D'Alema, sempre in luna di miele con il caro Silvio; Nicola Latorre che suggerisce le risposte ad Italo Bocchino, personaggio il cui cognome è la cosa meno ridicola. Se la maggioranza ormai non nasconde nemmeno più le malefatte, anzi le pubblicizza senza vergogna, il PD è sempre più dentro la struttura del piano di potere del PDL; ormai Walter è un sostegno fondamentale del governo Berlusconi. L'unica cosa positiva era l'alleanza con Di Pietro: hanno provveduto subito a prenderne le distanze. Partito nuovo in cui concorrono ancora D'Alema e Walter, come nel '94. Di nuovo c'è solo che a sinistra c'è un partito che sembra Forza Italia. Soru scappa via, si parla del Partito del Nord, intanto l'Italia soccombe. Recessione, il sud che si spopola verso Milano, Roma, Bologna, disoccupazione, povertà. L'unica voce positiva è Di Pietro. Ogni commento è ormai superfluo. Tanto in Italia saremo così coglioni che saremo capaci di riconsegnare la maggioranza a Silvio e Walter (o Massimo D'Alema ma tanto è uguale). Sembra che più grossa la combini più consensi ottieni. Probabilmente bisognerà cominciare a morire di fame per cominciare a capire .

mercoledì 19 novembre 2008

L'Onda va in onda


Voglio comunicare a tutti che stiamo realizzando il sito dell'Onda. Questo movimento autoprodottosi negli ultimi mesi sta portando una spinta propulsiva al paese. Le mobilitazioni studentesche e dei lavoratori hanno già prodotto molto: la popolarità dell'attuale governo è crollata, abbiamo finalmente fatto finire questa luna di miele. Abbiamo fatto conoscere ai più, quali pericoli corrono oggi Università, ricerca e scuola elementare. Sono state realizzate moltissime iniziative, lezioni all'aperto, forum, workshop, sono stati redatti documenti unitari. La mobilitazione della scorsa settiamana ha organizzato una assemblea plenaria con la partecipazione di molti atenei da tutta Italia. L'ultima iniziativa in ordine di tempo è stata ieri sera quando molti artisti Italiani si sono esibiti nello spiazzale dell'aula magna. Hanno partecipato Daniele Silvestri, Valerio Mastandrea, Ascanio Celestini, Dario Vergassola, Simone Cristicchi, Rocco Papaleo, Remo Remotti, Momo e tanti altri. Fra i Gruppi Assalti Frontali, Elio Germano e Le Bestie Rare, Tre Allegri Ragazzi Morti, Rino Gaetano Band con Marco Morandi, e con la partecipazione a sorpresa degli Afterhours che si trovavano a Roma per caso. Vi prego di partecipare numerosi alla creazione del nostro sito.

http://laboratorioondaanomala.forumfree.net/

Grazie a Tutti

martedì 18 novembre 2008

G8


La Sentenza sul G8 di Genova ha subito cominciato a far discutere. Il cervello finissimo di Gasparri ha indotto il rispettivo corpo fermo ad esultare per la sentenza. Le vittime delle violenze urlano allo scandalo. La sentenza scritta, con motivazioni e dettegli, sarà pronta fra tre mesi. Ora si può solo attendere e sperare che dietro le condanne delle ultime ruote del carro, direttamente coinvolte nella scuola Diaz, ci sia dell'altro che coinvolga anche i mandanti, che di solito sono i potenti sempre più impuniti.
Vi rimando a chi questo concetto lo esprime meglio del sottoscritto.

http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

domenica 16 novembre 2008

I debiti si pagano....


Nel 2008 , siamo dunque giunti ad un cambiamento epocale , finalmente è stato eletto un presidente di colore a furor di popolo, ed è incredibile vedere quanto possa il colore della pelle influenzare il giudizio in merito ad una persona, a maggior ragione se si tratta di un politico in auge come Obama.
Tutto il mondo lo osanna vedendo in lui, la svolta di un paese ormai ancorato dalla staticità dell’amministrazione Bush; certo però bisogna arrivare a comprendere che non basta provenire da una minoranza etnica per essere dei rivoluzionari, infatti se andiamo ad analizzare la campagna elettorale dei due canditati, ci accorgeremo,che Obama ha avuto mezzi enormemente superioni a McCain, mezzi che comprendevano le maggiori testate giornalistiche schierate dalla sua parte e soprattutto un enorme quantità di finanziamenti privati.

Tra questi finanziatori compaiono associazioni di categoria, università private, case farmaceutiche e soprattutto banche, certo potremmo credere che questi finanziamenti siano atti di filantropia, stimolata dal desiderio di far entrare nella casa bianca un presidente nero.

Ma sui veri motivi delle donazioni ha indagati il "Center for Responsive Politics" un eminente gruppo di ricerca di Washington, la cui direttrice Sheila Krumholz, ha dichiarato in merito hai grandi finanziamenti ricevuti da Obama dalla Credit Suisse:

"Il Credit Suisse è considerato dalla nostra organizzazione come un 'heavy hitter', ossia un peso massimo nel finanziamento delle campagne elettorali. E' pertanto uno dei gruppi più influenti nel campo della politica americana su scala federale".

Poi aggiunge:

"Per le società si tratta di poter creare delle corsie preferenziali con i candidati una volta eletti, in modo tale da poter sviluppare una relazione ed esprimere i propri punti di vista".
Io credo che in politica come in ogni ambito della vita i debbiti vanno pagati, ora Obama ne ha molti e nei prossimi anni dovrà risarcirli con gli interessi.
Allego all’articolo la lista dei finanziatori di Barack Obama cosi almeno qualcuno, spero, smetterà di credere che 500 miln di dollari siano stati raccolti con i banchetti davanti alle scuole.

Obama

Donazioni per categorie:


1 Retired $40,053,318

2 Lawyers/Law Firms $36,755,162

3 Education $19,345,775

4 Securities & Investment $12,653,140

5 Misc Business $12,239,151

6 Business Services $10,104,393

7 Health Professionals $9,446,425

8 Real Estate $8,678,676

9 TV/Movies/Music $7,264,467

10 Computers/Internet $7,251,335

11 Civil Servants/Public Officials $6,949,758

12 Democratic/Liberal $5,512,685

13 Printing & Publishing $5,467,923

14 Misc Finance $5,153,537

15 Other $3,434,670

16 Hospitals/Nursing Homes $3,304,156

17 Commercial Banks $2,938,556

18 Non-Profit Institutions $2,502,689

19 Construction Services $2,329,996

20 Insurance $1,847,501

Obama

Donazioni private:

University of California $909,283

Goldman Sachs $874,207

Harvard University $717,230

Microsoft Corp $714,108

Google Inc $701,099

JPMorgan Chase & Co $581,460

Citigroup Inc $581,216

National Amusements Inc $543,859

Time Warner $508,148

Sidley Austin LLP $492,445

Stanford University $481,199

Skadden, Arps et al $473,424

Wilmerhale Llp $466,679

UBS AG $454,795

Latham & Watkins $426,924

Columbia University $426,516

Morgan Stanley $425,102

IBM Corp $415,196

University of Chicago $414,555

US Government $400,819



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Siamo in uno stato di diritto........ ?

Un adagio dice: "fa quello che dice il prete, ma non fare ciò che il prete fa", anche la saggezza popolare riconosce che il clero non è mai stato coerente con le proprie affermazioni, ne abbiamo l'ennesima conferma in questi giorni. Un paio di settimane fa gli esponenti clericali ammonivano di non "mettere bocca" sui loro affari, infatti in vaticano si parla di promuovere a "Santo" il fu Pio XII, e qualcuno aveva replicato sdegnato che un santo non era stato di certo (riferendosi alla collaborazione, o alla mancata opposizione, tenuta nei confronti dei nazisti durante i rastrellamenti).

Ma questo non ha mai impedito al clero di interessarsi delle questioni Italiane. Ultima ma non meno importante la vicenda di Eluana Englaro, e delle interminabili vicissitudini legali e mediatiche, che il padre è stato, ed è tutt'ora costretto a sopportare.

La reazione della monarchia vaticana è infatti imponente, dichiarazioni, messaggi pubblici, interviste, partecipazioni a programmi TV, appello agli amici politicanti, tutto pur di salvaguardare il "diritto" della chiesa a imporre le proprie idee ad ogni "libero" cittadino Italiano.

Una delle tante anomalie all'italiana: abbiamo fatto accomodare fuori dai confini il nostro Re, scegliendo al contempo di divenire una repubblica, ma poi lasciamo che un regnante di un altro stato influenzi in tutto e per tutto la nostra "democrazia" (le virgolette sono d'obbligo).

Quando si parla di omosessualità la Chiesa non perde un attimo a definire "contro-Natura" quelle pratiche, scegliendo di dimenticare o ignorare che l'omosessualità è ampiamente diffusa in natura, però non si pone alcun problema con persone mantenute in vita dai macchinari artificiali, che di naturale hanno ben poco..... la solita "coerenza" vaticana.....

Ma perchè tutto ciò? si tratta solo di un capriccio? Il Re vuole che si faccia come dice lui e basta?

mi pare difficile da credere, forse si tratta di qualcos'altro, forse c'è un qualche interesse nel mantenere una persona in uno stato vegetativo senza ritorno, uno stato di "vita apparente", addirittura in termini cristiani la cosa fa rabbrividire, non essendo né morta, né viva, Eluana rimane in una specie di "purgatorio artificiale", un limbo meccanico che la trattiene nell'al di qua....

Non ho la pazienza di un vero giornalista, né le capacità, per cercare dei dati di conferma ad ipotesi ben peggiori, per cui mi asterrò dall'ipotizzare che la chiesa abbia un tornaconto economico dalla situazione attuale, e mi limiterò a ciò che vedo.....

Chiudo con le parole del Cardinal Ruini: "...affinché l'uomo capisca di essere soggetto e non soltanto oggetto"

ed aggiungo: il soggetto può decidere della propria vita, l'oggetto invece rimane inerme alla mercè delle decisioni altrui..... Eluana si è dimostrata soggetto, quando in vita aveva espresso al padre la volontà di non rimanere in uno stato di vita apparente, di non divenire oggetto delle decisioni altrui......

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mercoledì 12 novembre 2008

L'Italia è una democrazia?


Vorrei condividere con voi una mia riflessione.
Analizziamo la situazione parlamentare al momento attuale.
Abbiamo una coalizione che gode di una forte maggioranza scaturita dalle ultime elezioni e, alla camera, rafforzata dal premio di maggioranza. Questa coalizione è formata da Lega e PDL.
La legge elettorale che porta la firma del sen. Roberto Calderoli (denominta da lui stesso "Porcellum") non permette agli elettori di esercitare la "preferenza". Sono le segreterie dei partiti a scegliere i papabili. Stilano una lista di eleggibili. Il totale di voti ricevuti viene tramutato in seggi da attribuire ai candidati in ordine discendente. In pratica I primi saranno sicuramente eletti e quelli seguenti vengono decisi scorporando quelli già eletti in altri collegi. I candidati meno comodi e graditi alle segreterie vengono relegati alle code delle liste. Alla situazione attuale gli elettori non scelgono i propri candidati.
È noto che all'interno del Pdl le dinamiche decisionali non seguono regole democratiche, se ciò accadesse in Germania ci sarebbero non pochi problemi. La Corte Costituzionale tedesca esercita un controllo di leggittimità anche all'interno delle formazioni partitiche, non solo delle leggi. La stessa corte avrebbe da ridire anche sulla Lega, in Germania sono vietate formazioni partitiche che inneggiano alla disgregazione dell'unità statale, ma siamo in Italia e gridare ROMA LADRONA! non ha alcuna conseguenza, se non quella di procurare un po' di voti.
Ma data la situazione parlamentare attuale in pratica le nostre pretese di democratità sono affidate alla lega. Quindi siamo nella situazione in cui governa una maggioranza blindata che per cinque anni non avrà rivali. L'unico che si è alzato e ha avuto un moto di disappunto verso l'operato di Berlusconi è stato l'On. Guzzanti in forte disaccordo con il premier per quanto riguarda i rapporti russi.
In questo momento io non mi sento di parlare di democrazia in Italia, tuttalpiù di una oligarchia di segreterie di partito. Se aggiungiamo a questo panorama una riflessione sulle soglie di sbarramento abbiamo di fronte una situazione di bassa rappresentanza e relativa democraticità. Ma al momento questo non sembra essere un problema importante ed è fuori dalle discussioni parlamentari. Forse accade perchè il "Porcellum" piace un po' a tutti.


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martedì 11 novembre 2008

Un vizio di forma blocca le 300000 firme raccolte al V2-Day


Le firme raccolte da Beppe Grillo e i suoi collaboratori in tutta italia non sono bastate. Per essere più precisi il vizio non è nel numero ma nella forma. Vi riporto i titoli dei principali quotidiani su questo fatto.

Il Corriere della Sera
:

La Cassazione: insufficienti le firme di Beppe Grillo per i referendum


La Repubblica:

Cassazione, non ci sono le firme saltano i referendum di Grillo

Il Giornale:

Stop a Grillo: firme insufficienti per referendum

e pubblica un editoriale dal titolo:

Povero Grillo sul carruggio del tramonto

Libero:

Referendum, poche firme Grillo ha sbagliato i conti

La Stampa:

Niente referendum sull'informazione: insufficienti le firme raccolte da Grillo

Il Tempo:

"Poche firme": stop ai referendum di Beppe Grillo



I tre quesiti referendari rifuardano l'informazione. Si chiede l'
abrogazione della legge Gasparri sulle frequenze tv, l'abrogazione della legge sui finanziamenti all'editoria, l'abrogazione dell'ordine dei giornalisti.
Ricordiamo che la legge Gasparri è quella che sostanzialmente calpesta una sentenza della Consulta che ordinava la messa sul satellite di una rete Mediaset e la conseguente perdita di pubblicità su Raitre. Ricordiamo inoltre che Rete4 ci costa ogni giorno circa 350000 euro al giorno perchè la Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia a una multa di circa 130 milioni di euro all'anno se Rete 4 non cederà a Europa 7 le frequenze che la rete di Mediaset ha in concessione dallo Stato. La legge sui finanziamenti è quella che permette all'editoria italiana di ricevere fondi per una cifra che sfiora il miliardo di euro all'anno. L'ordine dei giornalisti è quello che permette solo a chi supera l'esame di stato di poter divenire giornalista a tutti gli effetti. Un ordine creato da Benito Mussolini e che non trova eguali nel panorama europeo.
Le firme sono state raccolte durante il secondo V day organizzato in tutta italia per 25 aprile scorso. Il numero di firme raccolte fu incredibile: si parlava di circa 300000 firme in un solo giorno.
Beppe Grillo è stato convocato per il 25 novembre per esercitare il diritto di replica previsto per i promotori dei referendum. Naturalmente i giornali italiani non parleranno della adesione impressionante al V2-Day ma sottolineeranno solamente che le firme non sono valide e che Grillo ha fallito, sottovalutando la cosa piùimportante: 300000 persone in un solo giorno hanno firmato per abrogare tre leggi e la loro volontà non conterà per un vizio di forma.

Pubblico il Link del blog di Beppe Grillo:

http://www.beppegrillo.it/

domenica 9 novembre 2008

Che il buon Dio.................

Ancora Cossiga. L'ex Presidente della Repubblica continua a dare lezioni di strategia terroristica, sostenendo la necessità di un morto, meglio se vecchio o bambino, utile a mettere in cattiva luce i manifestanti, ponendoli in contrasto con l'opinione pubblica. Oltre a ritrovare episodi del passato mi chiedo se sia necessario dare spazio al vecchietto, ormai totalmente incapace di intendere e volere; se ci sia bisogno di ascoltarlo. Cossiga non si rassegna che la vecchiaia l'abbia messo in disparte, che non può fregar niente a nessuno se lui ha un'opinione. Ma non ha dei nipotini a cui badare? Probabilmente non si fidano di lui neanche i figli (se li ha).Gli anziani bisognerebbe capirli. Arriva il momento in cui le facoltà mentali vengono meno, ma comunque è giusto sempre rispettarli. Con Cossiga non me la sento. La violenza e le follia che emenrgono dalle sue parole mi portano a non giustificarlo in nessun modo. Il fatto che sia stato Presidente della Repubblica non è che un'aggravante. Inoltre la dice lunga sulla qualità della democrazia italiana. In attesa di buone nuove riguardo il carissimo Presidente Cossiga, non posso che auguragli "LUNGA VITA"!!!!

giovedì 6 novembre 2008

un imbarazzante vecchietto....


Il vecchietto sarebbe il nostro presidente del consiglio, malgrado i suoi media non vogliano mai farlo notare, il cavaliere ha ormai una certa età. E se in gioventù può aver detto delle sciempiaggini, a causa dell'immaturità, ora che la vecchiaia gli ha portato la "demenza senile" in dono, il Silvietto nazionale non perde occasione per dire delle sciempiaggini, senza poi ricordare di averlo fatto..... proprio come un imbarazzante vecchietto.....

<<''Ho detto al presidente (Medvedev, ndr) che Obama ha tutto per poter andare d'accordo con lui: perche' e' giovane, e' bello e abbronzato e quindi penso che si possa sviluppare una buona collaborazione''>>

Vi sembra un commento degno di un presidente del consiglio a colloquio ufficiale con un rappresentante di una delle potenze mondiali?
Vi sembrano le parole degne di un Presidente del consiglio?
Vi sembrano parole degne di un qualsiasi rappresentante del governo?
Vi sembrano parole degne di una persona qualsiasi che mantenga la propria sanità mentale?

A me sembrano parole più adatte ad un vecchietto razzista, e che a causa della tarda età, non controlla più tanto bene ciò che dice......

Come qualcuno disse una volta, Madre Natura è così lungimirante da far dimenticare a certi vecchietti, le oscenità che hanno appena detto; e infatti non è raro che "nonno Silvio" si ritrovi a rispondere inebetito, nel sentire ripetute le proprie parole, <<"no, io questo non lo ho mai detto">>, in un momento di lucidità, rendendosi conto della castroneria, si appella ad una memoria da vecchietto (affetto da demenza senile).

Signori non c'è poi molto da scuotere la testa, non è colpa sua, è colpa nostra, che lo abbiamo messo lì (di chi lo ha votato in primis, e di tutti noi altri che non lo abbiamo impedito)......

Io dal canto mio mi sento di fare le mie più sentite scuse al neo-eletto Presidente Americano, e a chi prima di lui è stato oggetto degli imbarazzanti commenti del vecchietto.....





http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_792790460.html



P.s.
sempre per rimanere nella "buona fede", altrimenti dovremmo ipotizzare che ci stia marciando....










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mercoledì 5 novembre 2008

Barack Obama Vince

È ufficiale Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti.

Basta con Dell'Utri.

Oggi su Corriere.it è riportata un'intervista di Klaus Davi per "KlausCondicio"a Marcello Dell'Utri. (scusate se riporto questa notizia). Ma è normale che Klaus Davi intervisti un "pezzo di onestà" quale è il signor Dell'Utri e si dia tanto risalto sulla più letta testata d'Italia? Ma lasciando perdere il soggetto, sono i contenuti a turbare sempre più.Perchè l'ideatore di Forza Italia, carissimo amico del Premier, parla a tutto campo, definendo Mangano un eroe "a modo suo: "Malato com'era, sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto. Per me è un eroe, a modo suo". Parla della Rai, sostenendo che il problema non è dare le notizie ("sennò si torna al fascismo"), ma sono gli anchorman che hanno una "faccia gotica" e non trasmettono quell'ottimismo che il Premier cerca di dare. Stranamente fa esplicito riferimento a Rai Tre. Aspettiamo con ansia che le notizie di borsa, di politica o di cronaca nera ce le comunichi un gran pezzo di donna....così di sicuro la percentuale maschile avrà difficoltà a concentrarsi. Spazia Dell'Utri, parla di Saviano, ritiene che l'antimafia sia un bene, fino a quando non fa politica. Solita polemica pesonale decisamente ridicola. Si sente una vittima dell'antimafia. Conclude parlando delle manifestazioni anti-Gelmini, parlando di occupazioni che impediscono in maniera fascista agli studenti di frequentare le lezioni: ormai non discuto neanche più i contenuti......se Dell'Utri, che dovrebbe pagare in carcere le sue malefatte, merita ancora ascolto è scandaloso, come scandalosa è la stampa italiana. Klaus Davi parte già svantaggiato per il nome, lo lascio alla sua di vergogna, ma la grande oscenità sta dalla parte di chi dirige il Corriere. Senza pudore.


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domenica 2 novembre 2008







venerdì 31 ottobre 2008





Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950


Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei



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100'000 ???

100'000 ???

Questa foto ritrae una parte del corteo universitario, il corteo che attraversa via Cavour. In questa foto ho da fare diverse notazioni:
1) La testa del corteo è già passata.
2) La coda del corteo deve ancora svoltare da dietro il palazzo ad angolo.
3) Questa foto ritrae una frazione del corteo universitario.
4) L'intero corteo è stato diviso in 3 parti per l'enorme afflusso e la parte maggiore si è mossa verso Piazza del Popolo.

Bene, fatte queste piccole notazioni non vengano a dirmi che eravamo Centomila perchè non è vero. Mi spieghino invece perchè non esistono foto scattate dai numerosi elicotteri della polizia che volteggiavano sulla città. La verità è che ieri un Milione di persone e forse più hanno paralizzato una città enorme.


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Sempre peggio!


Roma invasa da almeno un milione di studenti. Tutte le città di Italia si sono mobilitate. La contestazione alla 133 ha raggiunto livelli inaspettati, che sicuramente non si vedevano da anni. E'un complesso di sentimenti di rabbia ed esasperazione che ha portato una miriade di persone in piazza. Il flusso continuo di persone che contestavano il tentativo di eliminare la scuola pubblica sembrava inarrestabile.
La follia della questura e di quel "democratico" e "antirazzista" del Ministro degli Interni ha detto che a Roma erano 100000! Ormai siamo al ridicolo.
E'un chiaro segno di debolezza e difficoltà. La classe politica ha paura. Pur di non fare un passo indietro, pur di non far pensare che siamo davanti ad una classe dirigente competente, interessta al paese, dal premier in giù sono disposti a cadere nel ridicolo. E'assurdo vedere quello che è successo a Piazza Navona e dare al Parlamento una versione dei fatti a cui non credono neanche i seguaci di Foza Nuova, noti per la finezza di pensiero. E'assurdo parlare di facinorosi, di maggioranza silenziosa vittima di una minoranza aggressiva e violenta. La gente era nelle strade italiane per impedire che solo una elite (solo ed esclusivamente per reddito) si possa permettere l'università. Per impedire che l'università pubblica diventi sempre meno utile al miglioramento della società. Non venga nessuno a dire che fino ad oggi l'università è stata perfetta!mai!Qualcuno mi venga però a dire come si risolvono i problemi tagliando i fondi! Come si riducono gli sprechi, enormi è vero, "definanziando" senza criterio. Non solo la maggioranza, ora l'opposizione prova a "cavalcare la tigre". Abbiate pietà di noi...........


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domenica 26 ottobre 2008

Predicare bene, e razzolare malissimo.....

Particolare sorpresa ha destato in me il discorso pronunciato dal Reggente Vaticano* in occasione della "Congregazione generale della XII assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi" il 6 ottobre scorso. Solitamente la parola di questo regnante gode di grande visibilità, nel mondo, ma in particolare nei mass media italiani; ma in questo specifico caso la notizia ha ottenuto ancora maggior rilievo poichè il discorso riguardava la crisi economica.

Quindi come spesso avviene, per 2-3 giorni, ogni telegiornale ci mostrava le immagini del vecchio Re impegnato nel suo discorso al sinodo...... di cui vi riporto un estratto con le parti che mi hanno colpito (e che rappresentavano il cuore della notizia):

<<"..... Ancor più la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà. E per essere realisti, dobbiamo proprio contare su questa realtà. Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura. Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi.

Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. ....">>

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana


Il discorso in se e per se non è certo oggetto di critica, poichè credo fermamente nella libertà di pensiero, e di espressione (purchè nel rispetto altrui); è altresì la fonte di questo discorso a destare una certa perplessità in me, si fosse trattato di un francescano, o al limite anche di un povero frate di periferia.......

Guardando a quel discorso con gli occhi di un bambino cosa non torna? cosa non collima? cosa sembra stridere così tanto?

Il vescovo di Roma ammonisce di non costruire la propria vita sul denaro, di non costruire sul successo, poichè non sono queste delle solide basi (nella metafora sono sabbia)........ malgrado ciò colui che parla è un uomo bardato d'oro come un rapper americano, tempestato di pietre preziose..... certo non è denaro, forse che il suo discorso si riferisse solamente alla carta moneta?

Forse voleva esortare i propri adepti ad investire in oro e pietre preziose?

Guardate la foto, o le tante foto reperibili in genere, e ditemi se vi sembra un uomo che abbia in poco conto il denaro.....

Trovo inoltre abbastanza contraddittorio l'ammonimento riguardo al successo, dal momento che il sig. Ratzinger occupa la vetta della sua carriera (ecclesiastica e politica), essendo giunto all'ambito posto di "vescovo" di Roma, nonchè Monarca assoluto dello stato pontificio....

Certo qualcuno disse che è facile non pensare al denaro, quando se ne possiede in grandi quantità, e le quantità disponibili al Re dello stato vaticano superano di gran lunga quelle di tanti altri regnanti (non solo del presente....)

Per il discorso completo di Re Benedetto:

http://magisterobenedettoxvi.blogspot.com/2008/10/il-papa-al-sinodo-realista-chi.html

Per farvi un idea del budget dello Stato Monarchico Pontificio, nonchè relativa Chiesa Pontificia.

http://www.catholicculture.org/news/features/index.cfm?recnum=59583
http://www.catholicnews.com/data/stories/cns/0603949.htm
http://tuespetrus.wordpress.com/2008/07/09/bilancio-consuntivo-consolidato-2007-della-santa-sede-del-governatorato-dello-stato-della-citta-del-vaticano-e-obolo-di-san-pietro/

Youtube, un video tratto dal libro di Odifreddi

http://www.youtube.com/watch?v=n7qgdUOmbQk





*Uso l'appellativo politico volutamente, per ricordare che stiamo parlando di un Monarca Assoluto, cosa solitamente sottaciuta (per quanto non negata), preferendo l'appellativo di "Pontefice Massimo", alias "Santo Padre", alias "Sua Santità", alias "Papa"....... eccetera......


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sabato 25 ottobre 2008

e che caos

La legge 133 ha avuto quanto meno il merito di mettere in luce i veri volti della discutibile democrazia italiana. La sacrosanta protesta di studenti, ricercatori e docenti ha infiammato animi celebri e meno celebri. Se da un lato gli studenti scendono in piazza per contrastare l'inarrestabile declino dell'istruzione pubblica, dall'altro i cervelloni della politica italiana, anche quelli che ormai hanno la stessa età degli olivi secolari, snocciolano metodi degni di Pol Pot, chiaro segno di difficoltà dovute alla senilità.
Ci si ritrova davanti a un tentativo di mutamento dell'istruzione. Ormai da 15 anni la politica interviene sulla scuola e sull'università, indirizzando i propri sforzi a favore dell'università privata: l'obiettivo è creare dei poli universitari d'alta qualità a scapito di tutti gli altri, che non avranno fondi, strutture per competere. Si garantirebbe in questo modo una valida istruzione solo a pochi eletti, sul modello americano. Non c'è dubbio che sia difficile conciliare l'università di massa con l'eccellenza, lo dimostra l'attuale sistema italiano e le scelte di alcuni altri paesi occidentali. Ma per riformulare questo settore, che la politica dovrebbe vedere come una grande risorsa, c'è la necessità di competenza, un progetto chiaro che spieghi quale modello si ha intenzione di emulare, che dica con trasparenza qual è il progetto che il governo ha riguardo l'istruzione italiana.
Fino ad oggi solo un caos imbarazzante fra ordinamenti che cambiano come il vento, agglomerati di persone disorientate e parcheggiate in attesa di una svolta.
Ora si scende in piazza e nelle assemblee: ma non c'è unità. Gli studenti sono divisi sul metodo di protesta. Il dialogo è nullo. I gruppi organizzati hanno voce istituzionale, i collettivi continuano a barcamenarsi tra la fantasia, il sogno e il "somigliare ai loro acerrimi nemici". Si discute grettamente se essere rapresentati o se continuare una protesta individuale: sembra non interessi effettivamente raggiungere l'obiettivo unico e sacrosanto: cancellare la 133!!!!


COMMENTA

venerdì 24 ottobre 2008

Il decreto Gelmini ha un alleato fra gli studenti.

Oggi ho partecipato all'assemblea che si è tenuta nell'aula 14 della facolta di Scienze Politiche di Roma la Sapienza. La partecipazione è stata molto numerosa. L'assemblea del movimento studentesco ha deciso di continuare l'occupazione di alcune aule all'interno della facoltà per proseguire con i lavori di organizzazione della protesta. Naturalmente l'agitazione ha per oggetto il decreto 133/08. Tale decreto pone delle innovazioni grandissime all'interno dell'università e non solo. L'articolo 16 di tale decreto da la possibilità di trasformare le università in fondazioni di diritto privato, come fondazioni, le università hanno la possibilità di ricevere finanziamenti privati. Tali finanziamenti sono incoraggiati detassando completamente questi movimenti di denaro. Immaginare le conseguenze è molto semplice. Introdurre le donazioni significa pilotare la cultura. Significa che le conoscenze si muoveranno verso il donatore. Se la Philip Morris dona 100 milioni di dollari alla facoltà di medicina, difficilmente la facoltà di medicina dirà che fumare fa venire il cancro, altrimenti i fondi della Philip Morris l'annno successivo non ci saranno. Apparte questo esempio estremo, il mio articolo vuole vertere sull'organizzazione della protesta.
Penso che fra gli studenti pochi abbiano il coraggio di difendere un simile provvedimento. Tuttavia nonostante il tema tocchi tutti e tutti siano interessati in un modo o nell'altro l'efficacia dell'azione è minata dall'interno. I più attivi contestatori oggi hanno chiarito con molta fermezza (forse troppa) un punto: la loro protesta non va organizzata con rappresentanti, ma ognuno protesta per se come individuo. Quindi la protesta non crea degli organi referenziali non pone interlocutori ma potesta e basta. Quale è la conseguenza? La Gelmini tratta con i giovani dell U.D.U. (Unione degli Universitari). È ovvio che nel momento negoziale ci si ponga con più facilità verso una organizzazione ben strutturata basata sulla rappresentanza. Penso sia difficile che la Gelmini o chi per lei vada a negoziare singolarmente con ognuno di loro. Ma i contestatori della mia facoltà non credono nella rappresentanza, "La rappresentanza ha fallito" secondo loro, credono in una "non meglio identificata" rappresentanza diretta di derivazione Rosseauniana. Inutile dirvi che una tale disorganizzazione non fa che dare l'idea di una moltitudine informe di persone con molte idee diverse e che non pongono alternative valide e condivise. Se il movimento continuerà ad essere ostaggio di queste persone sono sicuro che non porterà a nulla. I governi sono restii a fare concessioni a movimenti molto organizzati e con una strategia ben congeniata figuriamoci a una massa informe di studenti che gridano senza proporre nulla. Il TG1 di questa sera ha parlato dei negoziatori degli studenti non dei singoli, ha parlato dell'unione degli studenti non dei singoli. Il movimento studentesco deve capire che la politica in Italia si fa con la rappresentanza. Il potere negozile di un singolo è quasi nullo, il potere negoziale di una categoria è quasi immenso se ben gestito. Loro stanno riuscendo a vanificare l'impegno di un numero enorme di persone, e la sensazione è che siano solo una minoranza...


Alessandro Lombardi

Lo specchio torna a riflettere.

Lo specchio torna a riflettere.
Data la situazione universitaria attuale si pone l'obbligo di una riflessione profonda sulle modalità della protesta, sui fini da perseguire e i modi nei quali perseguirli. Seguiranno articoli di chi di voi voglia dare il proprio contributo.

Grazie Lo staff

lunedì 21 luglio 2008

yes we can....wear jeans

Finalmente una notizia degna d'un paese civile....
Dopo lo sgomento creato all'epoca dalla stessa Cassazione, oggi (seppure a distanza di anni) una sentenza che "annulla" la precedente...
che una vittima di stupro indossi o meno i jeans non sarà più un'informazione rilevante ai fini dello sviluppo del processo.
Era ora.

sabato 12 luglio 2008

una risata NON ci salverà....

La manifestazione di Piazza Navona è stata una fotografia dell’opposizione che la sinistra reduce sta portando avanti dalle elezioni.
Quello che doveva essere un "no" secco alla politica ad personam che Berlusconi sta praticando, è diventata una prova inconfutabile della scarsa consistenza e dell’inesistente capacità di concretizzare della sinistra di oggi. Già il gemellaggio tra Di Pietro e Beppe Grillo era una nota stonata nell’armonia dell’organizzazione.
L’impronta istituzionale (e perfettamente competente) data dal leader dell’Italia dei Valori cozzava non poco con la presenza seppur solo virtuale, dell’imbonitore più acclamato del momento. Se a ciò aggiungiamo anche la presenza di due "elementi di distrurbo" come Sabina Guzzanti e Marco Travaglio, il carnet degli specchietti per le allodole convocati per l’occasione raggiunge il top.
La sinistra di oggi è questo. Troppo debole per accaparrarsi consensi soltanto con atti concreti o almeno tentativi consistenti di opposizione seria, cerca il bagno di folla con ospiti che sistematicamente le si rivoltano contro, lasciando così il fianco scoperto a nuovi, sempre più profondi, affondi.
La causa scatenante della manifestazione è stata, a mio modestissimo avviso, più che giusta. Ottimo è stato anche che a promuoverla fosse proprio Antonio Di Pietro, un tempo personaggio di punta della giustizia italiana, quando il neologismo "furbetto" non era ancora stato coniato, ma l’idea, vecchia come il mondo, era capillarizzata in ogni settore.
Il tutto però è stato condito con gli ingredienti sbagliati.
Che la Guzzanti, figlia di uno dei voltagabbana più inqualificabili d’Italia, abbia il dente avvelenato, è risaputo ormai ad ogni latitudine. Diciamo che forse non ci si aspettava che scadesse nella volgarità, nonché nella banalità più bassa, ma si sa…l’invidia dev’essere una brutta bestia quando davanti si para un 32enne con la coscia lunga cui il caschetto sta magnificamente.
Che Travaglio sia…un travaglio per l’appunto, è ancor più risaputo. Cosa ci si poteva aspettare da uno che è riuscito a far navigare in cattive acque persino il buon samaritano della tv nazionale Fabio Fazio?
Il collegamento telefonico con il "messia" subito ripudiato Grillo poi, è stato la goccia finale in un vaso gia stracolmo e rattoppato.
Suvvia Antonio, parliamoci chiaro, il terrore di ritrovarsi 4 gatti in quella piazza immensa era forte, e la tentazione di scaldare un po’ gli animi con della satira di (una volta)ottima qualità è stata troppo forte per resistervi…
Che il boomerang fosse sulla via del ritorno non era poi così imprevedibile.
E così, via con "io mi dissocio" che è la cosa peggiore che possa capitare in una evento di questo genere. i panni sporchi si lavano in casa. Quando la sinistra lo imparerà sarà sempre, ahimè, troppo tardi.
E quando capirà che non è più tempo per la satira, e che certi moti di piazza è meglio siano meno affollati ma densi di coerenza e convinzione che stracolmi di gente accorsa solo per farsi quattro risate o vedere un po’ che succede, pure.

martedì 10 giugno 2008

Violenza violenza violenza

Spesso quando è la semplicità a dirigere le discussioni sulla politica si sentono parole come "fascista". Queste dietrologie hanno sempre avuto il demerito di abbassare il livello di quasiasi discussione politica. Tuttavia ultimamente il mio vigore nel criticare questi termini sta scemando. Perchè? Cosa sta accadendo in Italia? Negli ultimi tempi abbiamo assistito a molti episodi, a dir poco, preoccuopanti. Quello che ha fatto maggior clamore è stato l'aggressione dei militanti di Forza Nuova a degli studenti che affigevano manifesti. Oltre a ricordare in modo molto inquietante l'episodio di Paolo di Nella, ucciso nel 1983 mentre affigeva manifesti, questo episodio ha dato la possibilità ai giornali e alle TV di fare del loro peggio. L'episodio è accaduto nei pressi dell'università La Sapienza. Una macchina si è avvicinata ai ragazzi che affigevano manifesti, ne sono scesi 4 persone armate di spranghe e mazze ferrate. Al grido di «Brutte Zecche, Avanti Camerati» (secondo Il Corriere della Sera) hanno aggredito gli studenti che affigevano manifesti coprendo quelli della conferenza sulle Foibe annullata il giorno prima. Il Convegno negazionista sulle Foibe era stato dapprima accolto dal preside di lettere e poi respinto dal rettore. Il Preside Pescosolido ha motivato il suo assenso col fatto che giorni prima si sarebbe svolto un convegno negazionista. Una lettera, pubblicata nella posta del Corriere della Sera, scritta dai professori intervenuti nel convegno, ripudia la definizione "negazionista" e sostanzialmente smentisce la motivazione.
La vicenda è finita con tre arresti domiciliari, 2 per i militanti di FN e 1 per i Collettivi. Il Giudice ha così voluto punire chi aveva già precedenti. Il giudice ha motivato la sentenza scrivendo che lo scontro è stato «inficiato da motivi di odio politico, costituente come tale il movente di ultetriori scontri». I Telegiornali hanno parlato di "Rissa alla Sapienza" ammorbidendo moltissimo il movente politco. Hanno posto sullo stesso piano aggrediti e aggressori. Dello stesso tenore sono stati i commenti politici. Quando finirà questo buonismo? Quando cominceremo ad indignarci davvero per questi episodi? Dove porterà questa clemenza?
Nel frattempo sono aumentati vertiginosamente gli episodi di violenza di stampo razzista. Due giorni prima delgli scontri della Sapienza, alcuni cittadini bengalesi si sono visti distruggere il negozio da un commando di 10 0 15 persone. Due giorni dopo invece, il ballerino di «Amici» Kledi è stato aggredito di fronte la sua scuola di ballo, «Albanese di Merda ti rimando in Albania» gli è stato gridato da un cittadino italiano poi fugito insieme a due connazionali. Il 24 maggio è stato aggredito a Roma un conduttore di DeeGay una radio che si occupa di tematiche omosessuali. Ieri 9 giugno un cittadino Romeno è stato imbottito di farmaci narcotici e chiuso nella sua automobile poi incendiata per incassare un premio assicurativo di un milione di euro. Oggi Il tg3 manda in onda un servizio che parla di una donna tunisina residente in Italia da 25 anni aggredita verbalmente.
Forse è il momento di fermarsi a rilettere, nessuno si indigna per ciò che sta succedendo e questo potrebbe essere un arma vincente per la violenza qualsiasi sia la sua matrice.
Dovremmo imparare dal passato, abbiamo subito il Fascismo, abbiamo subito gli Anni di Piombo eppure siamo ancora buonisti e benpensanti quando qualcuno picchia.

domenica 25 maggio 2008

V2-day sì o no?

Oggi pomeriggio ho avuto un "incontro ravvicinato" con i grillini palermitani, impegnati nella raccolta di firme per il nuovo V-Day. La nuova edizione di questa iniziativa (25 aprile 08), che si sostiene sul passaparola della Rete, punta ad un attacco contro l'attuale situazione dell'informazione in Italia.
Questi gli obiettivi del V2-day:

- Abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria
- Abolizione dell'ordine dei giornalisti
- Abolizione della legge Gasparri

Parliamone.
Personalmente, sono piuttosto favorevole all'abolizione della Gasparri per una serie di motivi (approvata "di forza", respinta dal Presidente della Repubblica, bocciata dall'UE, di fatto è un pasticcio molto costoso, che viola i principi dell'antitrust e colpisce in modo non troppo velato il pluralismo). Sono ancor più favorevole all'abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria (vorrei che i soldi delle tasse che paghiamo venissero investiti MOOOLTO meglio).
Quello che mi lascia un pò perplesso è l'idea di abolire un ordine professionale. Non perchè non veda quali sono gli intrecci tra interessi economico-politici e situazione dell'informazione in Italia, ma perchè non credo che l'abolizione di un ordine professionale possa rappresentare una valida soluzione al problema.
Gli ordini nascono da esigenze molteplici; piuttosto che abolire un ordine, perchè non limitarne di fatto i poteri, ad esempio consentendo la nascita di ordini alternativi, l'iscrizione ai quali non sia vincolante per l'esercizio di una professione?
Cioè: superato l'esame di Stato per diventare, ad esempio, medico, perchè per esercitare la professione devo essere necessariamente iscritto all'ordine? E perchè non posso scegliere quale ordine mi rappresenta meglio, come per i sindacati?
I ragazzi al banchetto delle firme non sapevano cosa dire. E voi?

martedì 20 maggio 2008

L'ipocrisia dello Sport

Tra non molto avranno inizio i giochi olimpici, per la precisione la ventiquattresima edizione dei giochi da quando il barone Pierre de Coubertin li ha introdotti, per ricalcare quelli dell’antica Grecia.
I giochi per la precisione nascono per unificare le coscienze e per unire gli atleti in un cosiddetto “spirito sportivo”.
Certo mi rendo conto che questa visione de cubertiana dello sport è quantomeno utopica, vista la competitività raggiunta negli anni da questo evento sia a livello di marketing e di pubblicità ma soprattutto a livello atletico(competitività atletica a mio parere derivante, in parte dalle rivalità nazionali ma in realtà diretta conseguenza dei grandi premi in denaro che vengono dati agli atleti in caso di medaglie).
Alle prossime olimpiadi parteciperanno ben 193 paesi facenti parte delle nazioni unite di cui la maggior parte schierate contro la pena di morte, e pronte ogni qual volta sia necessario ad inorridire di fronte all’ennesimo omicidio da parte di uno stato americano, però non in grado di schierarsi in maniera netta e decisa nei confronti del tritacarne Cina.
Ora io personalmente ritengo assurdo prestarsi a una simile farsa, e incoerente mandare i nostri atleti a cantare l’inno di Mameli e a salutare il tricolore nella “Rossa” Cina.
Rossa come il suo regime Pseudo-comunista
Rossa del sangue dei monaci tibetani.
Rossa del sangue dei bambini morti sotto le scuole di cartone.
Rossa del sangue delle 22 persone che vengono giustiziate ogni giorno in carcere con processi sommari (per i 65 reati per cui è applicabile la pena di morte in cina).

lunedì 12 maggio 2008

Che tempo che fa? ...........brutto tempo, davvero brutto.

L'intervista a Marco Travaglio, fatta da Fazio nella sua trasmissione "che tempo che fa", ha fatto scoppiare lo scandalo. Tutto il mondo politico, fatta eccezione per il solito Di Pietro, si stringe attorno al povero Schifani e accusa a gran voce Fazio, e la RAI, di aver permesso una simile "diffamazione". Per l'esattezza l'accusa è di aver fatto parlare Travaglio senza un contradditorio in studio.

Il piccolo particolare che tutti sembrano voler ignorare è che per intervistare uno scrittore (in questo caso Travaglio era ospite in qualità di giornalista/scrittore) non serve un "contradditorio".... anche se l'intervistato di turno dovesse esprimere dei pareri politici faziosi. Se poi aggiungiamo che nel caso di Travaglio i pareri espressi sono ampiamente supportati dai fatti, e che comunque non da mai una botta al cerchio senza colpire anche la botte....

Una svista del mondo politico e del mondo dell'informazione direte voi...... purtroppo la mia impressione è ben peggiore. Purtroppo in certe dichiarazioni, in molti "casi mediatici", io vedo qualcosa di peggiore, vedo un sistema che sembra proteso a mettere a tacere certi fatti, molti fatti. La colpa più grave di Travaglio è proprio questa, ciò che dice è supportato dai fatti, noti o meno, ma comunque ampiamente documentati. Fate caso che nessuno si sta prendendo la briga di smentire le sue affermazioni, di smascherare le "faziosità" che avrebbero "diffamato" Schifani.
Non viene nemmeno specificata l'affermazione che avrebbe suscitato scandalo, nessuno si occupa di dire: "non è vero che Schifani abbia rapporti mafiosi....." magari portando addirittura qualche prova a disconferma.

Ma chi è Marco Travaglio? è un eroe rivoluzionario? è uno zorro che combatte il potere a colpi di fioretto? è uno showman che redirige i consensi da una parte o dall'altra? niente di tutto questo, per quanto possa capire lo sbigottimento generale, Marco Travaglio incarna quella che in Italia è ormai diventata una figura mitologica, ovvero "il Giornalista". Vi suona strano vero?! eppure è questo che dovrebbe fare un giornalista, riportare notizie documentabili....

domenica 11 maggio 2008

Il revisionismo dell'oblio

Il revisionismo dell’oblio

“Appuntamento alle cinque del mattino e si parte tutti per Torino”. Ho rifiutato subito l’invito a partecipare alla manifestazione pro Palestina prevista per Sabato 10 Maggio nel capoluogo piemontese. A dire il vero la prima sensazione è stata quella della solita protesta pseudo ideologica e antagonista organizzata dai centri sociali al grido di “viva la Palestina e morte a Israele”, intramezzato da cori tipici della sinistra più estrema. Ho creduto che fosse solo un modo come un altro di protestare, di quella protesta che il più delle volte si rivela effimera e fine a se stessa.

Ma il ripensamento non ha tardato a farsi strada tra le mie convinzioni; ad essere del tutto sinceri, i cori tipici da corteo ci sono stati, ma hanno rappresentato solamente il contorno più marginale ad una manifestazione che ha assunto il valore, non tanto di una accalorata protesta contro Israele (anche se foto con la bandiera dalla stella di Davide in fiamme erano presenti negli striscioni), ma di una testimonianza. Si dice e si pensa spesso che una manifestazione non serve a nulla. Certo non serve a nulla se da essa ci si attende un risultato immediato e tangibile. Ciò è chiaramente impossibile. Un manifestazione, però, come quella di Torino, è la rappresentanza di un popolo, quello palestinese, che si sente sotto occupazione.

Principio democratico è quello del contraddittorio, sempre e comunque, e se quei cinquemila manifestanti, pacifici, non avessero dato vita a quel corteo, tale contraddittorio sarebbe venuto a mancare e non avrebbe dato voce alla testimonianza e alla rappresentanza palestinese, facendo venire meno il rispetto di un elemento basilare dello spirito democratico. Questo corteo-rappresentanza ha avuto il merito di non far dimenticare che, sì Israele è una paese senza dubbio duramente contestato e minacciato, ma che un popolo, quello arabo palestinese, sta vivendo la tragedia storico-culturale dello sradicamento dalle proprie case e dalle proprie terre.

Chi può negare che di quella porzione di Medio Oriente i veri indigeni sono loro? Quando nacque lo Stato di Israele, nel 1948, quella terra già pullulava di presenze ebraiche, frutto di un’immigrazione pressoché ininterrotta a partire dagli anni venti del novecento, e ampliamente incoraggiata e sostenuta dai colonizzatori inglesi, i quali cominciano a modificare la loro politica a seguito dei ripetuti attentati terroristici contro di loro ad opera dei gruppi nazionalisti Irgun e poi Stern, di accesa fede sionista. Come negare dunque che anche gli israeliani sono stati a loro volta terroristi? Come negare che oggi migliaia di palestinesi, cacciati dalle loro case, di cui conservano ancora le chiavi nella speranza di un improbabile ritorno, vivono in campi profughi? E ancora, come negare che la comunità internazionale aveva scelto per Gerusalemme, contesa da arabi ed ebrei, la strada della neutralità sotto l’egida del controllo ONU, mentre invece vi si è installata la sede del Governo del neonato Stato di Israele, sordo ad ogni regolamentazione di tipo internazionale?

Alla luce di queste poche e forse anche banali considerazioni, io applaudo alla manifestazione di Torino, perché è stata un monito contro l’oblio della storia, perché non bisogna dimenticare mai, come insegna lo stesso Israele, e dimenticare la storia equivale a cambiarla, a volerla riscrivere e distorcere; il revisionismo è figlio dell’oblio e morte del libero pensiero.

venerdì 9 maggio 2008

Peppino Impastato 30 Anni

Oggi ricorre il triste anniversario della morte di Peppino Impastato. Voglio mandare un pensiero a lui e così a tutte le vittime della mafia, Morti e Vivi.

Editto sporco?

La settimana scorsa è accaduta una cosa particolare. L'Assessore alla Cultura del comune di Milano Vittorio Sgarbi è stato ospite alla trasmissione, condotta da Santoro, Annozero. Vittorio Sgarbi in passato si è reso protagonista di brutte pagine della televisione italiana. Le sue performances televisive, molto spesso oltre il limite della decenza, hanno fatto molto discutere. Nella puntata di Annozero del primo maggio Sgarbi ancora una volta a alzato la voce, ha impedito il normale svolgimento del programma. Le sue obiezioni erano oltremodo rabbiose e di questo non ci meravigliamo. Ma ci meravigliamo invece del fatto che le sue obiezioni fossero illogiche, forzate. Marco travaglio, ospite fisso del programma, ha controbattuto reiterate volte opponendo alle sue illazioni fatti certi. La cosa diventa particolarmente inquietante se consideriamo che è accaduta all'indomani delle elezioni che hanno affidato il paese nelle mani di Berlusconi. Quel Berlusconi che da Sofia emanò il suo diktat. La sensazione che oggi prevale è che dopo sei anni dal 18 aprile 2002 si sia tentato di fare saltare il programma. Lo stesso timore è stato confermato da Marco Travaglio, ospite a Crozza Italia, ha detto che probabilmente Sgarbi era stato mandato li per far saltare il programma, per essere cacciato, per creare un polverone. Non sapremo mai se così è stato, ma sappiamo che comunque Santoro ha fatto sfogare Sgarbi senza innervosirsi, senza perdere il controllo. Il polverone si è alzato lo stesso per le immagini del V2Day trasmesse durante la trasmissione ma non è bastato. Il programma è ancora li, la libertà di espressione anche. Siamo in attesa di nuove notizie, di nuovi attacchi.



Link Youtube:

Sgarbi ad Annozero
http://www.youtube.com/watch?v=P2-DAeFmFJY&feature=related#relatedVidsBody
http://www.youtube.com/watch?v=160gCYJEWfQ&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=R1YJxszP_6o&feature=related

Link Travaglio a Crozza Italia
http://www.youtube.com/watch?v=uuxtfbZGtDc

Chi sei....?

Chi sei…..?

Mi chiamo Daniele Poce, sono uno studente iscritto al 3° anno della facoltà di Architettura di Romatre; il mio intento è di canalizzare questo articolo in uno spunto di riflessione sulla concezione odierna della figura dello studente, ormai contestualizzata in un sistema che ha fondamento nel modello precostituito che noi tutti ben conosciamo; vorrei soffermarmi su questo modello per sottolinearne l’aspetto dottrinale e regolarizzato per poter raggiungere “tranquillamente” l’obiettivo-tappa della qualifica finale, e qualora ci fosse un deragliamento (con questo non intendo giustificare uno stile di vita ozioso) spetterà a noi recuperare il treno in corsa per non pagare un ulteriore rata consistente.

Non entro in merito alla questione economica, quello che invece intendevo esporre è la causa-effetto di questo sistema che ovviamente si esplica nella figura dello studente universitario; credo che terminati gli studi superiori con conseguente diploma di maturità, l’esser posti dinanzi la scelta di un indirizzo di settore al culmine di un’adolescenza, non costituisce una vera e propria scelta di vita (alla quale siamo chiamati per questioni temporali) basata sul riconoscimento e la valorizzazione delle proprie capacità; allo stesso tempo mi aspetto che la fase universitaria dovrebbe in qualche modo determinare una formazione autonoma e responsabile, stimolando una capacità critica della persona volta ad un miglioramento della suddetta questione, derivata da un rapporto binario di dialogo tra studenti e docenti, sulla base di una realtà ostile e complessa per la sua insensibilità ed indifferenza, accentuata nel mondo lavorativo.

Tutto ciò non credo avvenga per la maggior parte di noi (mi trovo a scrivere per riflettere anche nei miei riguardi), dal momento che l’università si presenta come un sistema di continuità scolastica in cui l’individuo è costretto ad affidarsi a ritmi imprescindibili, quali esoneri (equivalenti alle interrogazioni scolastiche), consegne nel mio caso (compiti in classe), persino ore di studio programmate al raggiungimento di un totale punti necessari alla conclusione dell’anno accademico, che solo in pochi riescono a portare a termine secondo i tempi prestabiliti, rinunciando alla “vita”.

A questo punto mi chiedo come può un ragazzo acquistare quel senso di autonomia che gli permetta di saper comprendere ed osservare la vera realtà, potersi confrontare, stimolarsi in situazioni anche diverse dal proprio iter di facoltà e vivere la vita in tutti i suoi aspetti?

Non è facile, o meglio questo aspetto non appartiene al modello precostituito; siamo tutti parte di un settore specifico ancor più determinato nella cosiddetta laurea specialistica (salviamo i vecchi ordinamenti!), siamo delle macchine o degli ingranaggi di una grande macchina nella quale nessuno in futuro saprà contestualizzarsi non avendo una conoscenza globale per farlo; l’università viene vissuta come struttura priva di dialogo al dì fuori di un circolo di argomenti che uniformano e accomunano, e non come identità comune nella quale al di fuori di una lezione ci si ferma ad apprezzarla, invece di correre oltre il tempo per non uscire dai binari…

Invito quindi tutti noi, docenti compresi, ad interrogarsi per ideare insieme soluzioni a questo sistema e per dare un senso definito alla nostra vita.

Pensare che nella società futura la parte studentesca costituirà una fusione con il mondo dei lavoratori, mi spinge a riflettere su chi siamo e cosa vogliamo, un fine necessario ed imprescindibile.

Scriveteci…

Daniele Poce

martedì 6 maggio 2008

Le "soluzioni" somale.

Si contano in migliaia le persone che in questi giorni scendono per le strade di Mogadiscio in un'eruzione di rabbia collettiva contro il continuo aumento del prezzo dei generi alimentari primari. Gli effetti delle politiche sul cibo adottate dalle potenze economiche del mondo cominciano a manifestare i loro effetti più devastanti. In Somalia, quello che oramai è uno "stato" solamente per le carte geografiche dopo la devastante guerra civile seguita alla destituzione del dittatore Siad Barre nel 1991, il prezzo del mais è passato dai 12 centesimi al chilo di gennaio ai 25 di oggi. Un aumento superiore al 100% in un così breve lasso di tempo. Il riso, altro alimento essenziale alla vita, nello stesso periodo è passato dai 26 dollari ai 47,50 per un sacco da 50 chilogrammi, un aumento di poco inferiore a quello del mais. A ciò si aggiunga che la moneta locale subisce una paurosa svalutazione su un dollaro già drammaticamente in crisi di suo, perdendo in brevissimo tempo circa la metà del suo valore. Questo ha fatto in modo che, per sopravvivere, la popolazione abbia fatto ampio ricorso a banconote false. Quella che era più facilmente riproducibile, la banconota da 1000 scellini, da poco non viene più accettata dai commercianti per paura di truffe. Da ciò la rabbiosa reazione della popolazione, cui le autorità di un governo che non ha nemmeno una capitale ufficiale hanno risposto schierando le truppe, le quali hanno avuto l'ordine di sparare sulla folla. I dati sulle vittime, morti e feriti, sono introvabili o comunque non riportate da fonti attendibili e, naturalmente, da giornali e televisioni. Dopo decenni di disastri, cominciati con la colonizzazione italiana e inglese, proseguiti con il foraggiamento di dittatori sanguinari e del tutto insensibili alle necessità di sviluppo del proprio Paese, perfezionati dalle politiche economiche imposte da organismi internazionali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, si è probabilmente trovata la soluzione per la Somalia e per l'Africa in generale: la morte di stenti, l'eliminazione fisica dei suoi abitanti (salvo coloro che il pane lo potrebbero comprare anche in America e in Europa perchè ricchi...). Si evidenzia come la politica attuale in materia alimentare sia usare il cibo come arma "contro" la povertà, non come risorsa da distribuire.
Per concludere, mi pare doveroso soffermarmi su un paio di questioni. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale hanno imposto alla Somalia e agli Stati africani nelle stesse condizioni critiche di incrementare le coltivazioni "remunerative" per l'esportazione al posto di produrre cibo. Per intenderci, al posto del grano il tabacco, al posto del mais il caffè, al posto del riso il cotone. Il nostro tabacco, il nostro caffè, il nostro cotone, da comprare a prezzi irrisori per "risanare" il debito con lo stesso FMI e la stessa Banca Mondiale e "adattarsi" alle regole di mercato. Lo sfruttamento intensivo della terra l'ha resa povera, l'utilizzazione massiccia di prodotti chimici per incrementare la produttività l'ha inquinata, il tutto mentre la popolazione soffriva di devastanti ed ovvie carestie. Nel 1989, prima dello scoppio della guerra civile, un alto funzionario dell'Unicef, Richard Jolly, sosteneva che questa politica per il risanamento del debito aveva causato 500.000 morti. Per capire questa cifra, basta pensare che nelle Torri Gemelle sono morte 11.000 persone e il tifone che in questi giorni ha investito la Birmania ha causato (forse) 30.000 vittime, meno di un decimo. Oggi, in una situazione decisamente più critica e del tutto fuori controllo, i morti quanti sono? Nessuno lo dice, nessuno lo pensa, nessuno lo scrive. In compenso, visto che il grano non si coltiva più, la Somalia lo deve importare a prezzi sempre più alti, amplificando la crisi, che assume caratteristiche apocalittiche anche perchè, tra le indicazioni dell'FMI e della Banca Mondiale, c'è il "suggerimento" di tagliare tutte le spese inutili al risanamento del debito: sanità, scuola e, naturalmente, i sussudi all'agricoltura.

martedì 29 aprile 2008

Si parla ancora di fascisti!!!!!!!!!!!

La vittoria di Alemanno sancisce la definitiva sconfitta di Veltroni. Perdere la capitale non era previsto. Quello che solo due anni fa era definito il "sistema Veltroni" e che ebbe un notevole consenso, si è rivelato solo un gioco di immagine. Inevitabilmente si è afflosciato sul suo vuoto di contenuti. Il cinema, la cultura, la televisione, "l'uomo nuovo" sono una strategia che non può e non deve governare. Quando un partito amministra per 15 anni vince solo se può rivendicare un lavoro svolto con serietà, pragmaticità e concretezza. Contano i risultati.
Ha vinto un uomo di destra. Personalmente non sono dispiaciuto, fosse solo per la deprimente campagna elettorale attuata dalle sinistre: Alemanno è stato definito fascista e picchiatore. Non ci si rende conto che siamo a 60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, passati da una svolta di Fiuggi che ha consegnato i reduci alla storia. I fascisti esistono solo in sparute minoranze, extraparlamentari, che seppur violente, molto violente(da disperdere), appartengono ad una parte estranea al contesto politico che decide e governa. (Solo chi governa può far si che rimangano una minoranza). Parlare di Alemanno fascista, come fa anche l'Indipendent questa mattina, vuol dire appartenere ad un contesto politico basato sulla mediocrità e sul ritardo ideologico proprio di questo paese, che non può far sperare niente di buono. Alemanno avrà tempo e modo per dimostrare il suo valore e fra 5 anni sarà sottoposto a giudizio elettorale. Onestà e intelligenza vogliono che prima di esprimere un giudizio su una azione politica bisogna provarla e giudicarla. Ricordando sempre che chi la pensa diversamente non è un cretino o un ignorante.

lunedì 28 aprile 2008

Svolta a Roma. La disfatta della Sinistra è totale.

La disfatta è totale. Completa. La sinistra è riuscita a perdere Roma. Roma, Roma che mai aveva votato così. Roma che aveva eletto Walter Veltroni con una percentuale vicina al 60%. Il sindaco uscente si è dimesso per prendere la sua posizione nella storia politica del paese. Posizione presa: Perdente. Molti lo accusano di aver, inoltre, affossato la sinistra, con il richiamo al voto utile. In un solo colpo l' "operazione PD" ha decretato la sconfitta totale a Roma e in Italia. Le elezioni a Roma sono un fatto di importanza Nazionale. E la sconfitta di fatto è di importanza nazionale. Il segnale è forte. La ragione di tale sconfitta? Rutelli. Io attribuisco alla scelta del candidato il grosso delle ragioni della sconfitta. La vittoria di Zingaretti alla provincia evidenzia il fatto che un candidato diverso avrebbe forse ottenuto lo stesso risultato anche al comune. Il problema della sicurezza, il problema dei rifiuti, lo stato delle strade, ecc hanno aumentato il distacco. Dire che serve riflessione è poco. Forse è il caso di rivedere le strategie. Auguro ad Alemanno un buon lavoro. Spero riesca a raccogliere le istanze che vengono dal basso e spero faccia un buon lavoro, ora sta a lui.

Sono allocchi questi Romani?

Sebbene un'elezione locale sia difficilmente paragonabile al risultato di elezioni politiche, credo che la tornata elettorale delle amministrative meriti molte considerazioni ed io, ancor più perchè romano, mi sento in dovere di conferire al ballottaggio di Roma la dovuta attenzione, in quanto l'esito finale della consultazione deve avere effetti importanti. Partiamo da un dato: per la prima volta nell'era repubblicana la Capitale sceglie di affidarsi ad un esponente che ha maturato la sua esperienza politica nell'ambiente dell'MSI del sign. Almirante. Prima del sign. Alemanno, la città aveva sempre optato per candidati della Democrazia Cristiana oppure del Partito Comunista Italiano. Dopo l'uragano di Tangentopoli e la scomparsa della DC, Roma ha sempre scelto di schierarsi con i candidati del centro-sinistra, il sign. Rutelli prima, il sign. Veltroni poi, nonostante spesso Alleanza Nazionale fosse il primo partito della metropoli. Cosa ha determinato questo cambio radicale, per molti sprovveduti inatteso? Il tema della sicurezza, con relativo vaticinio finale, l'ho affrontato nel post precedente e non ho intenzione di tornarci. Roma è un laboratorio politico, con cittadini particolarmente attaccati alle decisioni comunali, nel complesso, mediamente informati nonostante uno scenario di ignoranza dilagante. Oggi, dagli ambienti del PD, sento un fastidioso ritornello che, tradotto, potrebbe suonare così...i Romani sono stati degli allocchi, hanno abboccato all'amo e ingoiato il boccone avvelenato dell'insicurezza. Sicuramente in parte è vero, ma analizzare in questa maniera una sconfitta di queste dimensioni è veramente un'opera dilettantistica. Roma, nel progetto del sign. Veltroni, doveva essere il serbatoio stabile e dai "voti sicuri" del suo partito. Tutti gli esponenti del PD consideravano Roma ideologicamente inamovibile, per cui trascurabile in ottica elettorale. I fatti sono ben diversi. La pochezza dell'amministrazione del sign. Veltroni è stata tale che, per mascherare la totale mancanza di interventi strutturali sul tessuto urbano, al ballottaggio si è dovuto far leva sul sentimento antifascista per fermare la marea nera. Per quindici anni ci si scorda che è ovvio dovere di una formazione di centro-sinistra quello di essere antifascista e si riprende la questione dal cassetto impolverato per portare il proprio candidato sulla poltrona non più sicura. I Romani, evidentemente, così allocchi non sono e hanno trovato la cosa del tutto inadeguata nella bocca di chi la parola antifascismo l'ha forse pronunciata nelle manifestazioni del '68 per poi dimenticarsene il giorno successivo.
A ciò si aggiunga che, come l'antifascismo, dovrebbe essere ovvio dovere di una formazione di centro-sinistra decidere interventi in favore della fascia più debole della popolazione. Concetto del tutto sconosciuto invece a questo centro-sinistra nostrano, per cui Roma e, in generale, il mondo, è il centro, non le periferie dove vivono tutti. Così come si suppone che un sindaco di centro sinistra non sia inflessibile solo con le occupazioni abusive, ma anche con le aggressioni di squadracce fasciste (in continuo aumento, ma in presenza di questi fenomeni si è parlato di equidistanza, mentre il sign. Veltroni voleva deportare in massa i Romeni fuori dalla città, rischiando una crisi diplomatica con la Romania, Paese membro dell'Unione Europea). Se anche semplicemente l'amministrazione avesse fatto il suo dovere istituzionale, quindi garantendo il decoro urbano, tralasciando del tutto gli elettori che ti hanno portato ad occupare la poltrona che si ha sotto il deretano, si sarebbe dovuto intervenire in maniera decisa sulla pulizia, sulle strade, sulle infrastrutture, sulla manutenzione dei parchi, insomma, su tutte le normali incombenze di un'amministrazione comunale. Ma neanche questo è stato fatto. E su questo i Romani hanno deciso. Secondo me hanno deciso male, molto male, i miei concittadini. Ma non sono allocchi e hanno severamente punito chi davvero pensava lo fossero e che credeva, ingenuamente, di nascondere con i fuochi d'artificio la propria politica fallimentare. Chi ha consegnato il Paese e Roma alla destra più reazionaria d'Europa ha il dovere di prendere atto della propria devastante sconfitta e rassegnare le dimissioni seduta stante, perchè solo una gestione del tutto dissennata dell'amministrazione locale e della politica nazionale poteva portare a un risultato del genere.

 
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