martedì 29 aprile 2008

Si parla ancora di fascisti!!!!!!!!!!!

La vittoria di Alemanno sancisce la definitiva sconfitta di Veltroni. Perdere la capitale non era previsto. Quello che solo due anni fa era definito il "sistema Veltroni" e che ebbe un notevole consenso, si è rivelato solo un gioco di immagine. Inevitabilmente si è afflosciato sul suo vuoto di contenuti. Il cinema, la cultura, la televisione, "l'uomo nuovo" sono una strategia che non può e non deve governare. Quando un partito amministra per 15 anni vince solo se può rivendicare un lavoro svolto con serietà, pragmaticità e concretezza. Contano i risultati.
Ha vinto un uomo di destra. Personalmente non sono dispiaciuto, fosse solo per la deprimente campagna elettorale attuata dalle sinistre: Alemanno è stato definito fascista e picchiatore. Non ci si rende conto che siamo a 60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, passati da una svolta di Fiuggi che ha consegnato i reduci alla storia. I fascisti esistono solo in sparute minoranze, extraparlamentari, che seppur violente, molto violente(da disperdere), appartengono ad una parte estranea al contesto politico che decide e governa. (Solo chi governa può far si che rimangano una minoranza). Parlare di Alemanno fascista, come fa anche l'Indipendent questa mattina, vuol dire appartenere ad un contesto politico basato sulla mediocrità e sul ritardo ideologico proprio di questo paese, che non può far sperare niente di buono. Alemanno avrà tempo e modo per dimostrare il suo valore e fra 5 anni sarà sottoposto a giudizio elettorale. Onestà e intelligenza vogliono che prima di esprimere un giudizio su una azione politica bisogna provarla e giudicarla. Ricordando sempre che chi la pensa diversamente non è un cretino o un ignorante.

lunedì 28 aprile 2008

Svolta a Roma. La disfatta della Sinistra è totale.

La disfatta è totale. Completa. La sinistra è riuscita a perdere Roma. Roma, Roma che mai aveva votato così. Roma che aveva eletto Walter Veltroni con una percentuale vicina al 60%. Il sindaco uscente si è dimesso per prendere la sua posizione nella storia politica del paese. Posizione presa: Perdente. Molti lo accusano di aver, inoltre, affossato la sinistra, con il richiamo al voto utile. In un solo colpo l' "operazione PD" ha decretato la sconfitta totale a Roma e in Italia. Le elezioni a Roma sono un fatto di importanza Nazionale. E la sconfitta di fatto è di importanza nazionale. Il segnale è forte. La ragione di tale sconfitta? Rutelli. Io attribuisco alla scelta del candidato il grosso delle ragioni della sconfitta. La vittoria di Zingaretti alla provincia evidenzia il fatto che un candidato diverso avrebbe forse ottenuto lo stesso risultato anche al comune. Il problema della sicurezza, il problema dei rifiuti, lo stato delle strade, ecc hanno aumentato il distacco. Dire che serve riflessione è poco. Forse è il caso di rivedere le strategie. Auguro ad Alemanno un buon lavoro. Spero riesca a raccogliere le istanze che vengono dal basso e spero faccia un buon lavoro, ora sta a lui.

Sono allocchi questi Romani?

Sebbene un'elezione locale sia difficilmente paragonabile al risultato di elezioni politiche, credo che la tornata elettorale delle amministrative meriti molte considerazioni ed io, ancor più perchè romano, mi sento in dovere di conferire al ballottaggio di Roma la dovuta attenzione, in quanto l'esito finale della consultazione deve avere effetti importanti. Partiamo da un dato: per la prima volta nell'era repubblicana la Capitale sceglie di affidarsi ad un esponente che ha maturato la sua esperienza politica nell'ambiente dell'MSI del sign. Almirante. Prima del sign. Alemanno, la città aveva sempre optato per candidati della Democrazia Cristiana oppure del Partito Comunista Italiano. Dopo l'uragano di Tangentopoli e la scomparsa della DC, Roma ha sempre scelto di schierarsi con i candidati del centro-sinistra, il sign. Rutelli prima, il sign. Veltroni poi, nonostante spesso Alleanza Nazionale fosse il primo partito della metropoli. Cosa ha determinato questo cambio radicale, per molti sprovveduti inatteso? Il tema della sicurezza, con relativo vaticinio finale, l'ho affrontato nel post precedente e non ho intenzione di tornarci. Roma è un laboratorio politico, con cittadini particolarmente attaccati alle decisioni comunali, nel complesso, mediamente informati nonostante uno scenario di ignoranza dilagante. Oggi, dagli ambienti del PD, sento un fastidioso ritornello che, tradotto, potrebbe suonare così...i Romani sono stati degli allocchi, hanno abboccato all'amo e ingoiato il boccone avvelenato dell'insicurezza. Sicuramente in parte è vero, ma analizzare in questa maniera una sconfitta di queste dimensioni è veramente un'opera dilettantistica. Roma, nel progetto del sign. Veltroni, doveva essere il serbatoio stabile e dai "voti sicuri" del suo partito. Tutti gli esponenti del PD consideravano Roma ideologicamente inamovibile, per cui trascurabile in ottica elettorale. I fatti sono ben diversi. La pochezza dell'amministrazione del sign. Veltroni è stata tale che, per mascherare la totale mancanza di interventi strutturali sul tessuto urbano, al ballottaggio si è dovuto far leva sul sentimento antifascista per fermare la marea nera. Per quindici anni ci si scorda che è ovvio dovere di una formazione di centro-sinistra quello di essere antifascista e si riprende la questione dal cassetto impolverato per portare il proprio candidato sulla poltrona non più sicura. I Romani, evidentemente, così allocchi non sono e hanno trovato la cosa del tutto inadeguata nella bocca di chi la parola antifascismo l'ha forse pronunciata nelle manifestazioni del '68 per poi dimenticarsene il giorno successivo.
A ciò si aggiunga che, come l'antifascismo, dovrebbe essere ovvio dovere di una formazione di centro-sinistra decidere interventi in favore della fascia più debole della popolazione. Concetto del tutto sconosciuto invece a questo centro-sinistra nostrano, per cui Roma e, in generale, il mondo, è il centro, non le periferie dove vivono tutti. Così come si suppone che un sindaco di centro sinistra non sia inflessibile solo con le occupazioni abusive, ma anche con le aggressioni di squadracce fasciste (in continuo aumento, ma in presenza di questi fenomeni si è parlato di equidistanza, mentre il sign. Veltroni voleva deportare in massa i Romeni fuori dalla città, rischiando una crisi diplomatica con la Romania, Paese membro dell'Unione Europea). Se anche semplicemente l'amministrazione avesse fatto il suo dovere istituzionale, quindi garantendo il decoro urbano, tralasciando del tutto gli elettori che ti hanno portato ad occupare la poltrona che si ha sotto il deretano, si sarebbe dovuto intervenire in maniera decisa sulla pulizia, sulle strade, sulle infrastrutture, sulla manutenzione dei parchi, insomma, su tutte le normali incombenze di un'amministrazione comunale. Ma neanche questo è stato fatto. E su questo i Romani hanno deciso. Secondo me hanno deciso male, molto male, i miei concittadini. Ma non sono allocchi e hanno severamente punito chi davvero pensava lo fossero e che credeva, ingenuamente, di nascondere con i fuochi d'artificio la propria politica fallimentare. Chi ha consegnato il Paese e Roma alla destra più reazionaria d'Europa ha il dovere di prendere atto della propria devastante sconfitta e rassegnare le dimissioni seduta stante, perchè solo una gestione del tutto dissennata dell'amministrazione locale e della politica nazionale poteva portare a un risultato del genere.

giovedì 24 aprile 2008

L'insicurezza sulla sicurezza.

Adesso che le elezioni elezioni legislative hanno dato un verdetto chiaro, indiscutibile, con la vittoria di Berlusconi e della Lega, nonchè con la prevedibile (e da me anticipatamente prevista su questo blog qualche giorno fa) uscita di scena della sinistra italiana dalla vita politica di questo Paese, adesso che nel nostro parlamento non siederà più nessun gruppo parlamentare apparentato al Partito Socialista Europeo, diventando, di fatto, l'assemblea più a destra d'Europa, si può guardare alle prossime elezioni amministrative di Roma per prendere alcuni spunti e capire dove la sinistra italiana ha ampiamente fallito.
Per le strade di Roma, nei dibattiti tra la gente di strada, nei bar, nelle università, un argomento sembra imperante e travolgente: il tema della sicurezza. Non serve essere degli acuti osservatori per percepire che il vento che sta gonfiando le vele del candidato sindaco sign. Alemanno, del PDL, è la paura. A Roma la paura è un sentimento comune nel popolo ed assume sempre più la forma del terrore dello straniero, del barbaro che ruba, uccide e stupra nel buio della notte. Nei dibattiti televisivi è stato evidente l'imbarazzo del sign. Rutelli, candidato sindaco del PD alleato anche con la Sinistra Arcobaleno extra-parlamentare, a dare risposte razionali alle paure dei Romani. Questa "insicurezza sulla sicurezza" è sicuramente una delle cause del più grave insuccesso politico delle sinistre dal dopoguerra ad oggi. Davanti alla richiesta di tolleranza zero, le sinistre non hanno saputo trovare argomenti capaci di smontare la percezione di una vita "in pericolo". Questo perchè, sebbene tutti gli esponenti del Partito Democratico e della Sinistra extra-parlamentare percepiscano la discrepanza tra i dati reali e la percezione popolare, nessuno è stato capace di far capire che il problema della sicurezza è, nella sostanza, un fantasma creato ad arte dai mezzi di comunicazione. Le statistiche parlano chiaro ed indicano che il luogo più insicuro in cui stare è la propria casa, ma non per furti, rapine, assalti o per il vicino dall'istinto omicida, bensì perchè la stragrande maggioranza delle violenze sono di tipo familiare. In particolar modo, le violenze sulle donne fra le mura domestiche, operata non dall'"extracomunitario", ma dal ben più rassicurante marito o da un parente di sesso maschile, è il fenomeno che maggiormente dovrebbe preoccupare, lasciando alle aggressioni da parte di estranei (aggressioni non vuol dire furti, ma violenze sessuali e fisiche) una percentuale irrisoria rispetto al totale. La sinistra è stata colpevolmente fallace nel rendere consapevoli gli Italiani di questi dati, lasciando mano libera alla cattiva informazione che fa di città come Roma e Milano il ritratto che si farebbe di Lagos in Nigeria, una delle metropoli più pericolose al mondo. Persino il New York Times ha detto di recente che Roma non è mai stata così sicura dai tempi dell'Impero Romano (per controllare: http://travel.nytimes.com/2008/04/20/travel/20rome.html) ed un giornalista newyorkese sa bene di cosa parla quando tratta di sicurezza, in quanto la sua città è stata tra le più violente mai esistite dalle sue origini fino a pochi anni fa, fino a quando il sign. Rudolph Giuliani, con la sua tolleranza zero, non ha letteralmente cacciato tutti gli indesiderati dalla centro urbano. A chi crede che ciò sia avvenuto con intelligenza, faccio notare che il famigerato quartiere di Harlem è oggi la "vetrina" d'America, un quartiere modello...solo che non c'è più un nero sulle sue strade, solo bianchi. I neri sono andati fuori città e non danno più fastidio, stanno nei ghetti e preparano naturalmente vendetta per essere stati scacciati da casa loro, vendetta che esploderà, come ciclicamente accade, in episodi di violenza reale, come accaduto nelle banlieux francesi per molto meno. Cacciare i Rumeni, gli Zingari, gli Arabi, gli Africani dalle nostre città non risolverà i problemi, ne creerà di ben peggiori se la soluzione proposta è l'emarginazione.
Un ultimo appunto che vorrei sottolineare; cito da La Repubblica, trafiletto invisibile a pg. 11 di oggi, giovedì 24 aprile: "Come è possibile che un Romeno senza fissa dimora, accusato dello stupro a La Storta, sia assistito da un famoso penalista difensore anche del giudice Metta nel processo Lodo Mondadori? E guarda caso uno dei soccorritori della ragazza è tra i firmatari con Alemanno del patto per la sicurezza...", firmato Mario Di Carlo, Partito Democratico. Io aggiungerei...come è possibile che se io chiamo i Carabinieri trovo sempre occupato e, anche avendo assoluto bisogno di un intervento immediato, arrivano dopo più di un'ora, mentre nel caso specifico, dopo pochissimi minuti, a La Storta c'era una pattuglia? Se il Partito Democratico avesse dubbi sul caso, che darà probabilmente al sign. Alemanno la vittoria, dovrebbe urlarlo a mezzo stampa, invece si contenta di un trafiletto da leggere per sbaglio. L'informazione non svolge il suo dovere, la dirigenza dei partiti ancor meno, per questo è del tutto naturale perdere.

La vittoria della Lega e la sconfitta della sinistra

Il successo della Lega dimostra quanto sia ancora importante l'attività politica nelle piccole realtà. La presenza costante nei piccoli centri, anche i più lontani collocati sulle montagne, presieduti però da amministratori, sindaci e consiglieri, che fanno le veci del Carroccio e che garantiscono a tutti i cittadini risposte immediate, alla lunga ha portato un notevole consenso. La Lega Nord si presenta oggi al grande pubblico come un partito che cavalca l'onda della sicurezza, delle difficoltà economiche che sostiene di risolvere con il Federalismo, dando voce ad una parte cospicua di popolazione impaurita dall'evoluzione in senso globale del mondo. Dà voce al sentimento popolare, quello più genuino, troppo spesso poco istruito. Il tutto sfocia ormai da anni in xenofobia e razzismo. Senza mezzi termini. Anche dopo cinque anni di governo, al fianco del fedele Berlusconi e del mai amato Fini, le dichiarazioni e i comportamenti dei leghisti assumono un tono rispettoso e democratico solo in apparenza.Al minimo sussulto l'istinto violento, focoso e "rivoluzionario"viene fuori. Il meridione sembra essere passato in secondo piano tra gli obiettivi sensibili della follia leghista.Non è così. Il tempo lo dimostrerà, la base leghista odia il sud con tutta l'anima, il meridionale è e sempre sarà visto negativamente. Il successo riscosso è quindi la risposta ad una attività costante nelle realtà locali, la vicinanza con quella gente ha dato i suoi frutti. Se come si vocifera sono confluiti nella Lega molti voti della Sinistra Arcobaleno vuol dire che l'operaio, l'impiegato del Settentrione si sente garantito dalla Lega Nord. Non credo si tratti esclusivamente di voti di protesta in quanto non è un partito che ha deciso di correre da solo. La politica è ancora attivismo costante e diffuso.
Al contrario la sinistra radicale è vittima della sua politica di incertezze e contraddizioni, divisa tra l'essere"partito di governo" o "partito di lotta". Due anni nel governo Prodi hanno fatto perdere il consenso anche dei fedelissimi. La rinascita deve ripartire proprio da dove si è lasciato il popolo di sinistra:nella piazze, nei luoghi di ritrovo, nelle realtà locali. L'assenza di parlamentari deve essere il motivo di riflessione per un gruppo politico che, nonostante le sue radici culturali, ha provato a competere con gli avversari sul loro campo, con i lori metodi, che per il popolo di sinistra non sono congeniali. La scelta di istituire un contenitore di partiti, la "Sinistra Arcobaleno", sull'esempio del PDL e del PD, privo di argomenti e identità chiara e definibile ha portato all'ultimo risultato elettorale. Per risollevarsi emerge la necessità di ricominciare dalle piazze, dai piccoli centri, dai paesi; da qui si ricostruirà il consenso.

martedì 15 aprile 2008

La Rappresentanza dov'è?

La sinistra non c'è. Questa è la notizia. Che il PDL dovesse vincere le elezioni era già dato. Che la Campania cambiasse colore era prevedibile.Ma una cosa era imprevedibile: La Sinistra l'Arcobaleno, la formazione che doveva raccogliere le preferenze di tutte le persone non rappresentate dal PD, non è presente in parlamento. È possibile che tutte le persone, che alle precedenti elezioni avevano votato Ulivo, si vedano rappresentate dal PD? No. La realtà è che gli operai del nord votano Lega Nord. La Sinistra l'Arcobaleno ha dimenticato i ceti operai e le preferenze si sono spostate verso un partito a vocazione territoriale. Così si spiegherebbe anche il risultato della Lega. Quello che si è andato a creare è un parlamento con 3 gruppi parlamentari e nessuno che incameri quei valori che erano propri di quelle persone che fino a pochi anni fa votavano PCI. L'operazione Arcobaleno non ha dato i suoi frutti, è stata percepita come un operazione puramente elettorale. Il nuovo parlamento è un mostro che non rappresenta la composizione del paese. Il premio di maggioranza alla camera di fatto riduce il valore reale del voto, dando un valore cruciale anche a un singolo voto. Come a dire: "Chi prende anche un solo voto in più ha il 55% dei seggi, polverizzando qualsiasi altra forza politica". Praticamente viene svuotata la camera bassa del suo significato. I tre gruppi parlamentari al senato insieme raccolgono il 91% dell'elettorato. Dov'è quel 9% in parlamento? Quasi un italiano su 10 non è rappresentato in parlamento. È davvero giusto il prezzo della stabilità?
La legge elettorale creata da calderoli ha dato i suoi frutti: una maggioranza blindata. Tuttavia bisogna ricordare che, forse, nel pur breve periodo Prodi c'era la possibilità di dare a questo paese una egge elettorale degna di questo nome. L'attuale legge elettorale distrugge il principio della rappresentanza assegnando alle segreterie dei pariti il diritto di decidere chi rappresenterà gli italiani. Votare liste bloccate è una cosa che sa di regime. Eppure nonostante il sentore di scarza democraticità, l'80% della popolazione si è recato al seggio. Spinti ancora una volta dalla necessità di scegliere il meno peggio. Mossi dalla necessità di avere un peso nella maggioranza che si sarebbe comunque formata. Non dimentichiamo che l'Italia è un paese dove nonstante tutto la partecipazione è sempre stata alta. Dico nonostante la nostra classe politica. Spero che in futuro tutti quelli non troppo soddisfatti dell'attuale stato delle cose prendano parte attiva ai processi democratici del paese imprimendo così una spinta più democratica e critica ai partiti che occupano gli scranni in parlamento.

venerdì 11 aprile 2008

Si vota! Si vota?

A tre mesi dalla caduta del Governo Prodi gli Italiani sono chiamati alle urne per rinnovare la composizione di Camera e Senato, appena due anni dopo le ultime elezioni legislative. Nel 2006, lo scontro tra l'Unione di centro-sinistra e la Casa delle Libertà del centro-destra venne presentato dai mezzi di comunicazione nostrani come il "Giorno del Giudizio", caricando fortemente il confronto, dipingendolo come uno scontro virulento tra due formazioni opposte e inconciliabili. Naturalmente questa considerazione era del tutto esagerata perchè, mentre non dubito che il Presidente del Consiglio uscente, Romano Prodi, considerasse e consideri tutt'oggi il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, come il peggior male politico di questo Paese, ciò non si può dire per coloro che lo hanno sostenuto, consentendogli di arrivare a Palazzo Chigi. Come nel 1996, nel 2006 Silvio Berlusconi era considerato come un politico destinato al tramonto, anzi, all'oblio. Oggi come allora, le divisioni interne e le mire personali di elementi di spicco del centro-sinistra hanno consentito a Silvio Berlusconi di presentarsi a questo confronto elettorale come grande favorito, meritandosi, una volta di più, la qualifica di uomo più influente degli ultimi vent'anni di storia italiana. Chi, come me, è nato negli anni '80, si è dovuto confrontare e continuerà a confrontarsi con il berlusconismo da sempre, ossia da quando si è approcciato all'analisi politica necessaria per scegliere chi votare. Credo di non andare troppo lontano dalla realtà nell'affermare che il berlusconismo ha già ampiamente trionfato nella mente degli italiani, prima ancora che nella conta dei voti. Non a caso, il modello del suo partito è stato ampiamente copiato dagli avversari principali, i Democratici. In uno schema che sempre più vuol essere imitazione del sistema americano, i partiti principali abbandonano le ideologie trasformandosi in macchine da voti da innescare al momento delle elezioni per conferire al leader, su cui gravitano i favori di banche, industrie e poteri forti, la necessaria forza per formare un governo. In questo scenario, i programmi (se mai hanno davvero contato qualcosa...) diventano elemento del tutto secondario rispetto alla personalità del candidato. Con l'attuale legge elettorale, tale elemento diventa l'unico veramente rilevante. Si vota una formazione politica affinchè essa dia la fiducia al governo presieduto dall'esponente più in vista del grupo o della coalizione. La responsabilità verso il territorio, alla circoscrizione in cui si viene eletti, è del tutto scomparsa, lasciando mano del tutto libera ai partiti-macchine elettorali, in quanto le liste sono bloccate e si vota solo il simbolo, senza poter, in definitiva, scegliere chi ci rappresenterà, in una stonata assonanza con i listoni di epoca fascista. In tal modo la democrazia diventa sempre più lontana e la politica appare come qualcosa d'altro, di distante dalle nostre vite, fa paura perchè è democrazia imperfetta, arroccata e quindi sempre più fragile.
In questo scenario, come sempre, i mass-media hanno dato l'ennesima prova del loro assoluto servilismo. Si è voluto imporre all'opinione pubblica una visione distorta del prossimo confronto elettorale, che appare come una sfida a due classica di un sistema maggioritario netto...il nostro sistema elettorale è invece un proporzionale leggermente corretto da soglie di sbarramento. In tal modo le voci differenti sono state letteralmente azzittite, per lasciare l'intero palcoscenico ai due contendenti che, invece di darsi battaglia, sembrano molto più propensi a cercare un accordo che preservi loro il potere vita natural durante. Sommando i voti di PD e PDL si arriverà probabilmente all'80% dei consensi...in questo modo, la cosiddetta casta, sarebbe compatta in tutto e per tutto nel fare i propri interessi a discapito del bene comune. Naturalmente ciò è sempre accaduto, ma mai in maniera così palese come in questo momento storico. La mia personale previsione è che un voto a PD e PDL è si un voto utile...un voto utile ai due schieramenti, non ai cittadini, non al cambiamento, non all'affrontare la crisi economica mondiale che sempre più diventa aggressiva. La mia personale idea è che per la prima volta si potrebbe evitare l'inutile "fardello" delle elezioni, perchè comunque saranno ripartiti i voti, la sostanza resterà invariata, con le larghe intese probabilissima soluzione finale...delle differenze, delle idee, del sale stesso della vita democratica. Credo, in ultimo, che queste elezioni determineranno la definitiva morte politica della sinistra italiana, una sinistra del tutto incapace dagli anni '70 ad oggi di trovare una rinconciliazione interna e di fare una scelta coraggiosa nel far nascere una sinistra di governo moderna, slacciata da un passato da guerra fredda, capace di far valere le posizioni dei più deboli senza imbarazzi, in un'ottica di maggiore equità sociale e nell'ambito della social-democrazia europea. La mia scelta è dunque quella di non far parte di questo processo e, con grande dolore e mortificazione del mio senso civico, decido di non votare alle elezioni politiche, in quanto le mie posizioni non sono rappresentate da alcuno, mentre parteciperò alle elezioni comunali sostenendo la candidatura di una lista civica che parla di rifiuti, energie rinnovabili, decoro urbano, taglio delle consulenze esterne e termine dei due mandati. La politica dal basso è l'ultima speranza, questo è l'unico modo che ho trovato per favorirla, in questo panorama desolante.

martedì 8 aprile 2008

Colpo ad effetto

L'Alitalia in eterna crisi. È ormai da un po' che è sull'orlo del baratro. Chi gli da 5 mesi di vita, chi dice che sta per fallire all'istante, chi dice che la migliore soluzione sia l'Air France, chi comincia a considerare quella del fallimento una soluzione al problema. Una cosa è certa, chiunque avrà la responsabilità di decidere sull'alitalia, dova realizzare un piano industriale vincente. È difficile poter pensare a un nuovo piano industriale senza licenziamenti. Il piano Air france parla di circa 2100 esuberi. In una situazione così critica, nessuno rinuncia al suo spot elettorale. Tutti devono dire la loro sulla situazione attuale e sulla soluzione. Tutti devono dire la loro, e c'è chi addirittura a pochi giorni dalle elezioni, promette una cordata italiana. La notizia è stata più volte smentita e confermata. L'unica cosa che si sa è che non c'è nulla di certo. Il colpo ad effetto di Berlusconi non ha fatto altro che agitare il mercato, gettando altra insicurezza sulla vicenda. Nel bel mezzo della bagarre pochi si ricordano di pensare agli esuberi. Nella migliore delle ipotesi 1000 esuberi. Centinaia di famiglie alle quali verrà meno uno stipendio. Nella situazione attuale, in cui il normale salario difficilmente copre il fabbisogno della quarta settimana, immaginate a cosa andranno incontro quelle famiglie. Tutto per colpa di scelte sbagliate, siamo sicuri però che i dirigenti hanno ricevuto e riceveranno la loro liquidazione. Non possiamo dire la stessa cosa per i dipendenti in esubero.

 
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