lunedì 17 marzo 2008

La crisi arriva in silenzio.

Davanti ad un mondo in cui miriadi di informazioni ci colpiscono quotidianamente, senza donarci mai un quadro complessivo della realtà, ma soltanto notizie che ci scivolano addosso senza poi lasciar traccia nella memoria, ho deciso di accettare l'invito a partecipare a questo blog con l'intento di dare il mio modesto punto di vista sulla realtà che ci circonda, sottolineando aspetti che i mezzi di comunicazione tradizionali spesso trascurano. Siano essi giornali o televisioni, i media di oggi hanno perso la fiamma che li ha originati, perdendosi nella citazione di sondaggi spesso del tutto inutili ed effettuati con criteri ampiamente criticabili, oppure mettendo all'attenzione di tutti fatti di cronaca nera o il gossip, tralasciando inopinatamente di informare la gente su dove effettivamente sta andando il mondo.
Da un anno a questa parte l'economia mondiale sta subendo un rallentamento drammatico ed è notizia del tutto passata inosservata in Italia quella per cui il Presidente degli Stati Uniti d'America, meno di un mese fa, ha finalmente ammesso che il Paese leader dell'economia sta entrando in recessione, con conseguenze assolutamente imprevedibili per il futuro di noi tutti. Da più parti si nascondono gli spettri di un possibile crollo generalizzato delle borse, con il probabile fallimento di numerosi gruppi bancari e, conseguentemente, in Stati come il nostro, in cui le banche sono il fattore decisivo del settore industriale, a causa di una classe imprenditrice del tutto inesistente o perlomeno lontanissima dall'idea di investire una lira, ciò significherà il crollo del settore secondario dell'economia: le imprese. Nella mente degli economisti più assennati si va prefigurando uno scenario che rassomiglia molto da vicino la grande crisi del '29, la peggiore nella storia del capitalismo, che sconvolse la vita di milioni di persone nel mondo ben prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, di cui è stata da molti considerata la causa principale. Cosa sta determinando questa situazione? Naturalmente non vi è un'unica ragione alla radice dei mali dell'economia globale. Il primo, fondamentale, elemento è l'energia. Gli storici, tra qualche secolo, potranno indicare la nostra epoca come l'età del petrolio, indicando in questo modo la riorsa naturale alla base di tutto il nostro sistema di vita attuale. Tale risorsa, però, si va esaurendo rapidamente, forse più rapidamente di quanto si pensi, ma i potenti del mondo hanno deliberatamente deciso che non si svilupperanno energie alternative finchè ci sarà una goccia di petrolio sulla terra. Ciò crea le tensioni più forti a livello internazionale per accaparrarsi il controllo degli idrocarburi, con una serie di interventi militari e non, tutti fortemente destabilizzanti. Gli USA hanno buttato in Iraq 1000 miliardi di dollari, oggi ne pagano le conseguenze. Risorse scarse e tensione internazionale hanno un solo effetto: l'aumento incondizionato del prezzo del petrolio, giunto all'astronomica cifra di 111 dollari a barile e rapidamente in ascesa. Molti analisti considerano credibile che la corsa si arresti intorno ai 200 dollari, ma meno di due anni fa si consideravano i 100 dollari come la soglia ottimale e invalicabile. Un prezzo così alto è insostenibile e finchè non si darà inizio a una seria politica internazionale per rivoluzionare l'intero sistema energetico, la crisi sarà violentissima e senza alcuna possibile uscita sulle attuali basi.
Secondo elemento essenziale sono i consumi. In Asia, continente che fa segnare i più impressionanti preogressi economici, con aumenti del PIL strabilianti, si concentra la fetta più ampia della popolazione mondiale. Cina e India, da sole, contano ormai 2 miliardi e mezzo di persone, più di un terzo della totalità. Ogni caffè consumato in più da Cinesi e Indiani richiede un'offerta di caffè da incrementare significativamente in tempi strettissimi. La crescita economica è nettamente più veloce di quella della tecnica per fornire un'adeguata offerta di prodotti alimentari a questa enorme massa di gente, con conseguente aumento vertiginoso dei prezzi dei prodotti basilari, come il grano. Effetto che in Italia è ampiamente visibile con l'aumento del prezzo della pasta, per esempio.
In ultimo, un fattore deteminante per l'attuale crisi, è il "mito della crescita". Un'economia viene considerata in salute se "cresce", se si registra il segno positivo davanti a un numero il più possibile elevato. La "crescita" economica di un Paese dipende da due fattori in particolar modo: la ricerca di tecnologie sempre più progredite, capaci di migliorare, ad esempio, le prestazioni di un sistema industriale, e l'aumento della popolazione. Va da se che l'aumento della popolazione accresce ancor di più i problemi sopracitati. La crescita è poi vista spesso come crescita di denaro. Il denaro, per aumentare, non può "montare" da solo, mentre gli economisti che hanno ispirato l'attuale sistema economico sostengono proprio questo...il denaro può crescere da sè. Per riuscirci, abbiamo inventato finanziarie, ossia scatoloni di soldi che normalmente vendono debiti, non prodotti. Non solo, abbiamo inventato anche la "new economy", quotidianamente registrata negli indici come il NASDAQ...alla cui base non c'è nulla. In definitiva, si è arrivati alla separazione completa dell'economia finanziaria dall'economia reale, il che crea l'illusione che dal nulla piovano i soldi, invece dal nulla, a mio modo di vedere, non può che venire nulla, alla lunga. Abbiamo inventato un giocattolino, uno scherzo, la borsa diventa andare a fare una scommessa sulla tris, non più luogo in cui processi di economia reale si tramutano, per praticità, in azioni, obbligazioni o simili. L'azione, l'obbligazione, diventa il bene, il valore, non più il mezzo di scambio. E l'economia reale? sparisce nell'illusione che non serva e che non sia più necessaria fare una scelta coraggiosa, un investimento imprenditorale, un'innovazione industriale, una progettazione per il futuro, ad esempio investendo in energie rinnovabili, ormai nettamente più convenienti nel medio periodo e molto più efficenti rispetto al petrolio.
Di tutto questo, le nostre televisioni e, normalmente, i nostri giornali, non parlano.

giovedì 13 marzo 2008

Manifesto...

Questo blog è stato concepito come uno spazio di libera opinione, in cui persone con differenti visioni del mondo e dell'attualità politica, si confrontano su temi sensibili della realtà contemporanea. Allo scopo di alimentare il ragionamento e un dibattito fruttuoso, lontano dallo sterile scenario, che spesso viene creato dai mezzi di comunicazione tradizionali.

Gli Autori

 
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